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Chi ha bisogno del chiropratico?

Per quali problemi le persone si rivolgono alle cure del chiropratico? Quali patologie è in grado di trattare e risolvere un buon chiropratico? In questo articolo cercheremo di rispondere nel modo più chiaro e preciso possibile a queste domane, facendo un quadro chiaro su come agisce la chiropratica e specificando la differenza con altre discipline sanitarie. 

Ecco le risposte alle vostre domande!

Perché andare dal chiropratico? 

È bene subito precisare che dal chiropratico può andarci chiunque: non è infatti necessario decidere di affidarsi a questo professionista sanitario per trattare e risolvere una patologia o un problema specifico: la chiropratica è infatti prima di tutto prevenzione e un aiuto concreto a ricercare il miglior equilibrio strutturale, finalizzato al benessere psicofisico. È anche vero che le persone (di qualsiasi età, anche bambini e infanti) decidono o vengono portati dal chiropratico per trattare una vasta gamma di problemi, fisici ma anche psichici. 

Ecco di seguito una lista di alcuni dei più comuni problemi che spingono le persone a sottoporsi all’attenzione del chiropratico: 

  • mal di testa (a volte particolarmente intenso e costante);
  • mal di schiena;
  • problemi al collo;
  • sciatica o sciatalgia; 
  • problemi posturali.

Quante sedute si devono fare da un chiropratico?

In genere possiamo dire che a scopi preventivi sarebbe necessario sottoporsi all’attenzione di un buon chiropratico periodicamente. Nel caso di problemi specifici non cronici, solitamente sono necessarie tra le 5 e le 10 sedute per trattare e risolvere il disturbo o la patologia. Nella fase più acuta di un problema, quando il dolore è particolarmente intenso, non vi sono in genere particolari controindicazioni che impediscono di sottoporsi alle cure di un chiropratico, salvo ovviamente casi specifici.

Che differenza c’è tra fisioterapista e chiropratico

Spesso si fa confusione tra la figura sanitaria del chiropratico e quella del fisioterapista. Il chiropratico è un professionista che concentra il proprio operato (tecniche di manipolazione) su colonna vertebrale e sistema nervoso. L’approccio dell’osteopata è invece di tipo causale, dal momento che non si focalizza esclusivamente sulla zona del corpo che presenta sintomi. Il fisioterapista si occupa invece della riabilitazione di alcune parti del corpo, operando tuttavia anche un’azione preventiva.

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