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Ernia del disco: curarla con la chiropratica senza operazione

Ernia del disco: una patologia particolarmente dolorosa e certamente uno dei mal di schiena più problematici e complessi da trattare. Iniziamo subito con il dire che l’approccio terapeutico chirurgico è sconsigliabile, se possibile: l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Istituto Superiore di Sanità consigliano infatti di trattare l’ernia del disco – se possibile – senza intervenire chirurgicamente. I trattamenti non chirurgici sono dunque da preferirsi. 

Nei paragrafi successivi proveremo a spiegarvi nel modo più semplice possibile cos’è l’ernia del disco e come la chiropratica sia la risposta terapeutica corretta per trattare e risolvere questo fastidioso e limitante problema.

Ernia del disco, cos’è

La colonna vertebrale è composta da un numero di 33 vertebre e da dischi intervertebrali. Questi ultimi sono composti da cartilagine e costituiti da una sezione interna gelatinosa – nucleo polposo – e da una sezione esterna più resistente – anulus fibroso. Ma qual è la reale funzione dei dischi vertebrali? Questi elementi servono di fatto a svolgere la funzione di perno su cui si muovono le vertebre. Altra funzione dei dischi è quella di ammortizzare.

In una spina dorsale adulta e sana, l’efficienza dei dischi – che dipende dalla capacità idrolitica del nucleo – è ottimale. È bene tuttavia precisare che è stata ormai dimostrata una progressiva diminuzione dell’idratazione dei dischi. La quantità d’acqua presente nei dischi si attesta all’inizio della vita all’88% circa; successivamente l’idratazione scende progressivamente, fino a raggiungere il 69% di quantità d’acqua presente. Un disco vertebrale disidratato perde la sua tenacia ed elasticità divenendo così fragile e più propenso a sgretolarsi. 

La fase di disidratazione consegue in una serie di processi biomeccanici che portano a una depolimerizzazione dei legami che intercorrono tra proteine e polisaccaridi, rispettivamente all’interno del nucleo polposo (parte interna del disco). 

Le conseguenze di questi processi si traducono in una perdita di elasticità dei dischi. Il primo sintomo che sopraggiunge in presenza di ernia del disco è un mal di schiena intenso che si irradia lungo il gluteo e scende progressivamente sulla gamba, fino a raggiungere il piede. Questa condizione prende il nome di sciatica o sciatalgia. 

A seconda dei nervi interessati dall’irritazione, possono poi verificarsi altri tipi di sintomi come cervicobrachialgia, cruralgia e dorsalgia. In alcuni casi la sintomatologia dolorosa è particolarmente intensa e tende a intensificarsi quando si effettuano alcuni movimenti come la flessione del collo e del busto. A volte basta solo un colpo di tosse per sentire il dolore. In alcune condizioni i dolori divengono così forti e persistenti, tanto da rendere difficile il sonno. In queste circostanze i classici farmaci antinfiammatori divengono totalmente inefficaci e non riescono ad attenuare il dolore e a dare sollievo. 

Nei casi più gravi di ernia del disco, i soggetti tendono a perdere gli oggetti dalle mani, a causa della diminuzione della forza muscolare. La presenza di sintomi può sussistere a volte anche per diversi mesi, provocando un notevole stress psico-fisico nel paziente. 

Differenza tra ernia del disco cervicale ed ernia del disco lombare

Esistono due tipi di ernia del disco: cervicale e lombare. 

L’ernia del disco cervicale si presenta con dolore intenso a carico del collo e nella regione delle spalle e a volte del braccio, con presenza di parestesie sotto forma di formicolio. A questi sintomi si aggiungono perdita di forza e mancanza di sensibilità al tatto.

L’ernia del disco lombare si presenta invece – come detto precedentemente – con dolore a carico della schiena, che si irradia lungo la gamba fino a raggiungere il piede. Anche in questo caso possono aggiungersi perdita di forza e di sensazioni tattili. 

Differenza tra protrusione ed ernia discale

È anche importante operare un distinguo tra protrusione ed ernia discale. La protrusione discale si caratterizza per un coinvolgimento che interessa solamente la parte esterna del disco. Nell’ernia discale è invece coinvolta anche la parte interna, con il materiale gelatinoso che fuoriesce dalle parti danneggiate dell’anulus fibroso, entrando nel canale vertebrale e irritando i nervi incontrati. 

È importante sapere che sia protrusione che ernia discale possono interessare qualsiasi zona della colonna vertebrale, anche se le zone tendenzialmente più colpite sono la parte lombosacrale e la cerniera cervico-dorsale. 

Come trattare e curare l’ernia discale con la chiropratica

I chiropratici concordano con i medici che il trattamento conservativo dell’ernia discale svolto con l’ausilio di manipolazioni della colonna vertebrale risulta estremamente efficace. Molti anni fa si tendeva invece a prediligere l’approccio chirurgico come terapia di trattamento dell’ernia discale. Oggi è esattamente il contrario e si preferisce agire con metodi conservativi. La chiropratica è dunque la disciplina perfetta per trattare e risolvere l’ernia discale. I motivi di quanto affermato sono da ricercarsi nel fatto che spesso e volentieri, in presenza di ernia discale, la fonte del dolore è tuttavia da ricercarsi in un’altra disfunzione che interessa le articolazioni o i muscoli. Oggigiorno è altresì noto che il 40% delle persone sopra i 40 anni di età che presentano ernia discale visibile con esami strumentali, non manifestano dolore o altri sintomi. 

Anche qualora il disco sia la reale fonte di dolore, la causa di quest’ultimo non è da ricercarsi nella compressione delle radici nervose ma dall’infiammazione determinata dalla fuoriuscita di materiale nello spazio epidurale. Con la manipolazione chiropratica viene ridotto lo stato infiammatorio, contribuendo in alcuni casi a facilitare l’eliminazione del materiale erniato dalla radice del nervo. 

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